Se mangi merda inquini il tuo corpo

Concetto forse brutale, ma efficace. A volte non ci rendiamo veramente conto della realtà , fino a quando questa non ci colpisce in faccia con brutalità .
Sentiamo spesso dire “noi siamo quello che mangiamo”. E’ vero. Non letteralmente: una frase più calzante dovrebbe essere: “il nostro corpo diventa ciò che mangiamo”.
E’ logico e naturale: ciò che ingeriamo e digeriamo resta in noi e viene integrato nel nostro corpo. Sappiamo che è così ma, spesso, ce ne freghiamo. Se non ci fa star male immediatamente, ce ne freghiamo. Non siamo capaci di pensare all’integrità del nostro corpo nel lungo periodo. A volte c’é anche un fattore ulteriormente peggiorativo: la modernità ci insegna che non siamo belli e giovani come i modelli della televisione, portandoci ad odiare il nostro corpo. E non si ha cura di ciò che si odia.
Questo è un problema che è nato e che affligge soprattutto il cosiddetto mondo occidentale, perché è un problema che nasce dall’economia. Il mercato del cibo è forse il maggior mercato mondiale, perché tutti hanno bisogno di mangiare ogni giorno. Un’industria che produce cibo vuole fare profitti, e anche se ne fa ne vuole sempre di maggiori. Per fare profitti cerca di pagare il meno possibile le materie prime, e se una materia costa meno produrla artificialmente che non naturalmente, l’industria sceglierà di farlo. Se un ingrediente chimico dà più gusto e costa meno, viene usato. L’obiettivo dell’industria del cibo non è quello di produrre qualità , ma di generare profitti.
E così la maggior parte della popolazione oggi si alimenta male. Siamo sempre di più sul pianeta, tutto gira sempre più su denaro e profitti e i mezzi con cui convincere che il cibo spazzatura è più buono di quello naturale sono diventati tremendamente efficaci.
Quando mangiamo cibo non naturale tutte le sostanze artificiali e chimiche, oltre a quelle naturali, vengono assorbite dal nostro corpo. Dove vanno? Il corpo le espelle? Le annulla? In parte. Ciò che resta rimane dentro di noi. Si accumula nella nostra pelle, nella carne, scorre nel nostro sangue e si deposita nei nostri organi.
Ora, chiunque sa vedere che ci sono persone che mangiano schifezze tutti i giorni da cinquant’anni e che sono ancora vive senza soffrire di cancro o malattie particolari. Così come ci sono fumatori accaniti che non hanno mai sviluppato un cancro ai polmoni.
Mangiare cibo scadente non è di per sé garanzia di malattia. Aumenta molto le possibilità di contrarne. Ma un effetto che non viene mai considerato è che le sostanze non naturali che ingeriamo inibiscono anche le nostre percezioni.
Il nostro corpo non è solamente una macchina tipo automobile che ci porta in giro e ci permette di sollevare la forchetta per portare il cibo alla bocca. Il nostro corpo è anche un’antenna e un trasmettitore collegato all’ambiente che ci circonda. Ha percezioni che influiscono direttamente sui nostri sensi.
Un corpo sano possiede percezioni al massimo del loro funzionamento. Ci permette di essere più svegli, più reattivi, più consapevoli e ci dona maggiori energie.
Un corpo inquinato presenta percezioni imperfette, ci dona meno energie, ci fa vivere in uno stato più o meno marcato di appannamento, di influenza, di spossatezza.
Un corpo inquinato rende più difficile vivere la vita. A meno che questa non sia una nostra libera scelta, perché vogliamo intraprendere la sfida di vivere nonostante un corpo imperfetto come se possedessimo un grave handicap, dovremmo smettere di inquinarlo.
Come si fa a disintossicare il nostro corpo?
Il primo passo è quello di eliminare il più possibile il cibo che contiene sostanze chimiche o tossiche. Questo è il passo più difficile, a seconda di quanto siamo abituati ad avere tali cibi nella nostra dieta quotidiana. Essendo il primo passo è quello più critico perché rappresenta il cambiamento, e inoltre questi cibi risultano comunemente più saporiti del normale e questo ci fa vivere la rinuncia come un sacrificio molto grande.
Dobbiamo fare attenzione: non serve a nulla intraprendere un cambiamento radicale completo dall’oggi al domani se non siamo in grado di mantenerlo, così come non è necessario diventare completamente digiuni di qualunque cosa prodotta industrialmente. Deve esserci sempre buon senso e misura nelle nostre azioni. Cominciando ad eliminare progressivamente alcune cose, mese dopo mese, e concedendoci ogni tanto uno sfizio senza sensi di colpa si ottengono più risultati che non smettendo completamente nel giro di due giorni.
Il secondo passo è quello di limitare carne, grassi e dolci. Attenzione: limitare non vuol dire eliminiare, a meno che non si senta di doverlo fare. La carne contiene sostanze che servono al nostro corpo. Chi ritiene di star bene con una dieta unicamente vegetariana può sicuramente farlo, ma ognuno deve decidere per se stesso in base a ciò che il suo corpo gli chiede. Mangiare carne bianca o rossa va benissimo, bisogna solo cercare di capire che, come tutte le cose, anche in questo ci vuole misura. Chi mangia carne due volte al giorno tutti i giorni probabilmente ne sta mangiando troppa. La carne ci dona molta energia, ma di un tipo attivo che ci rende più irrequieti del normale. Non è negativo, ma è importante esserne consapevoli.
Anche i grassi e i dolci, per quanto gustosi, tendono a inibire le nostre percezioni quando si accumulano nel corpo. Non sono negativi, ma dobbiamo cercare di ingerirne con moderazione.
Il terzo passo è quello di preferire il più possibile cibi naturali e genuini rispetto a quelli che non lo sono. Questo perché un cibo naturale possiede energia, e oltre alle sostanze come vitamine, proteine ecc. il nostro corpo assorbe dal cibo anche l’energia che esso contiene. Dei pomodori maturati artificialmente possiedono pochissima energia in confronto agli stessi pomodori coltivati e raccolti da un orto. Ce ne accorgiamo subito anche dal sapore. La carne di un animale allevato in modo naturale è più buona e contiene più energia rispetto a quella di un animale cresciuto in una gabbia e alimentato a forza.
Se ingeriamo cibo che non ha energia il nostro corpo assorbirà nutrimento ma poca energia. Se ingeriamo cibo naturale oltre a nutrirci assorbiamo l’energia che quel cibo ha raccolto dall’ambiente mentre viveva.
In definitiva, preferire il cibo naturale non è una presa di posizione politica contro l’industrializzazione o l’economia o la globalizzazione. E’ semplicemente una conclusione di buon senso: al costo di una minore comodità , i vantaggi dell’alimentazione naturale sono enormemente più grandi rispetto a quelli di una alimentazione non naturale.