Non si sconfigge il nemico con le sue stesse armi

Sembra un controsenso, non vi pare? Se il mio nemico mi attacca con un coltello, io glielo rubo e lo uso per ucciderlo, ho usato le sue stesse armi contro di lui, giusto? Se io faccio il bullo contro un bullo e lo umilio davanti a tutti, lo ho sconfitto con le sue stesse armi, giusto? Ben gli sta.
Giusto… in teoria. Quando esaminiamo la cosa da un punto di vista più alto e completo, ci accorgiamo che non è poi tanto giusto quanto credavamo.
Cosa significa sconfiggere un nemico? Ucciderlo, farlo semplicemente sparire, eliminare la sua minaccia? D’accordo, può significare quello. Ma se sconfiggo qualcuno, ho realmente eliminato la minaccia che rappresenta? O nel futuro potrebbe ripresentarsi? Cosa gli impedisce di minacciarmi domani, o il giorno dopo? La paura che io gli ho instillato? Quando questa paura verrà meno, sarò di nuovo nei guai. Allora l’omicidio è l’unica soluzione? E per i casi di conflitto meno gravi, nei quali non sono in pericolo di vita? Devo uccidere i miei concorrenti in affari, o i miei rivali in amore? O tutti i possibili truffatori che esistono al mondo?
E’ facile capire che questo metodo non porta a delle conclusioni realmente stabili e definitive. E questo per un motivo molto semplice: Non si può sconfiggere il male con male.
Il male nutre il male.
Puoi sconfiggere un nemico con la forza o con l’inganno, ma tutto ciò che ottieni è che in futuro qualcuno sconfiggerà te con la forza o con l’inganno.
Se il male è il nostro nemico, usare le sue stesse armi contro di lui non fa altro che generare altro male. In chi si risentirà per le nostre azioni, e peggio ancora in noi stessi, perché per sconfiggere il male siamo dovuti diventare noi stessi il male.
Chiedete a qualunque fisico o scienziato: in natura l’unico modo per eliminare qualcosa è quello di applicare il suo opposto. Si annulla un’onda emettendo un’onda uguale ma contraria. Si neutralizza una carica positiva usando su di essa una negativa.
Le stesse leggi valgono per le relazioni e la natura umana.
Non posso sconfiggere l’odio con l’odio. Non posso sconfiggere la violenza con la violenza, perché per farlo generei altra violenza.
Come già detto altrove, spesso la strada più semplice non è quella giusta.
Allora come posso lottare contro il male, contro l’oppressione, contro la violenza? Devo rinunciare e soccombere, se non voglio diventare a mia volta odio, oppressione e violenza.
No. Posso sconfiggerli. Devo solo avere la forza e il coraggio di intraprendere la strada più difficile.
Le forze distruttive sono quelle più semplici e più efficaci da usare. Questo deriva dall’intrinseca entropia dell’universo, che costituisce il motore dei cambiamenti tanto importanti per la nostra evoluzione. E’ più facile distruggere qualcosa che costruirlo.
Andiamo per gradi.
Se qualcuno vuole farmi violenza, quello che posso fare è cercare di evitarlo e tenerlo a bada in modo che non mi possa toccare. Se qualcuno vuole opprimermi, oltre alla scelta di combatterlo ho quella di andarmene. Se qualcuno mi odia posso imparare a ignorarlo, invece di restituirgli a mia volta altro odio.
Bella roba, direte voi. Non è giusto. Quello non dovrebbe avere il diritto di darmi addosso, e io dovrei avere il diritto di difendermi.
E ce l’abbiamo, la possibilità di difenderci. E’ una scelta. Come tante altre scelte che dobbiamo compiere nella nostra vita, anche questa è importante e assolutamente libera. Posso scegliere di combatte, e di diventare simile al mio assalitore. Oppure posso scegliere di non combattere, perché ritengo che la mia integrità sia più importante del danno che potrei subire.
Tutta questa situazione ci mette davanti ad un importantissimo concetto. Ci costringe ad affrontarlo, e a fare una scelta… non se reagire o meno a un sopruso o a una violenza, ma decidere come vogliamo essere e cosa vogliamo diventare.
Se odiamo tanto il comportamento del nostro nemico, non possiamo scegliere di diventare come lui. Piuttosto che diventare come lui saremmo disposti a subire il suo attacco senza reagire. Le ferite e le botte possono guarire; un’anima contaminata dalle emozioni negative è molto più difficile da ripulire e ripristinare.
La via migliore per reagire al male è di ignorarlo. Dove non è possibile ignorarlo, dobbiamo cercare di evitarlo. Senza reazioni, senza energia, il male tende a scemare e infine a morire.
Nella nostra storia troviamo molti riferimenti di maestri spirituali o di figure importanti che hanno predicato la non violenza e la resistenza passiva. Questo comportamento non mette in sicurezza la nostra salute e la nostra sopravvivenza, ma ci permette di mantenere salda e integra la nostra anima.
La scelta che ognuno di noi ha davanti è questa: preferisci sopravvivere e diventare meschino, o preferisci rischiare di morire ma rimanendo ora e per sempre qualcuno che ha deciso di sputare in faccia all’odio? Quale delle due figure ti sembra più coraggiosa, più meritevole di onore e di riconoscimento?
Finora abbiamo parlato di resistere. Ma c’è anche la possibilità di vincere.
Un vero essere umano spirituale e consapevole non porge l’altra guancia, ma combatte il suo nemico… non con l’odio o la morte, ma con un’arma molto più devastante: l’amore.
Purtroppo, essendo questa la via più dura, è ancora più difficile da utilizzare rispetto alla sola resistenza. Ma se riesce, è ciò che ci permette di distruggere completamente la minaccia e di evitare che essa si ripresenti.
L’unico modo di eliminare un nemico è quello di renderlo tuo amico.
Semplice, ma molto difficile da realizzare.
Se invece di eliminare solo i mezzi materiali o il comportamento che ti minacciano riesci ad eliminare anche la volontà e le motivazioni, la minaccia scomparirà del tutto e non si ripresenterà più. Addirittura acquisirai maggiore forza, in virtù di un nuovo amico e alleato.
Come si fa a trasformare un nemico in un amico?
Con molta pazienza. Con la capacità di evitare di restituire i colpi subiti e di dimenticare i torti subiti. Con la volontà di interagire col tuo nemico, di avere la pazienza di stargli vicino e fargli accettare la tua presenza, come se fosse un animale selvatico. Con la volontà di trattarlo con rispetto e gentilezza, di accettarlo e di dargli amore come lo dai alle altre persone della tua vita.
L’unico modo di sconfiggere una volta per tutte il tuo nemico è quello di integrarlo in te e nella tua vita, di abbracciarlo e di accettarlo. Se la sua minaccia non riesce ad ucciderti, l’amore che userai come arma annullerà momento dopo momento, minuto dopo minuto, giorno dopo giorno il suo odio.
L’odio genera altro odio, l’amore genera altro amore.
Questa è una via di enorme difficoltà , ma che ognuno di noi può intraprendere. Non è al di là delle capacità di nessuno, nemmeno da chi si sia fatto contagiare dal male e dall’odio. Tutti possiamo farlo. Il punto veramente difficile è acquisire la forza di ignorare i torti subiti e di perdonarli. Una volta che abbiamo imparato a fare questo, non ci sarà nessun ostacolo alla luce che potremo donare, e di fronte ad essa non ci sarà più alcun odio in grado di non essere sopraffatto.