Cos’è il destino?

C’è chi crede nel destino, e c’è chi non ci crede. Perfino le religioni e le filosofie non sanno come gestire questo concetto. Nel contemplarlo troviamo quasi la stessa difficoltà che ci assilla quando ci chiediamo se la nostra esistenza continua o meno anche dopo la morte.
La nostra vita è predeterminata, o siamo solo noi gli artefici della nostra sorte attraverso le scelte che facciamo?
Cominciamo col dire che non è certo Dio a definire un destino per noi, così come non lo sono divinità varie, spiriti, demoni o qualunque altra entità . Dio come sorgente di tutto non crea degli esseri dotati di libero arbitrio solo per vederli sadicamente scontrarsi contro i muri invisibili di una sorte immutabile già stabilita per loro. La sorgente creatrice vuole che sperimentiamo, che viviamo, che arriviamo a conoscere noi stessi e tutto ciò che ci è possibile. Non è il suo scopo quello di organizzare le nostre vite.
Eppure molti di noi si sono accorti che qualcosa c’è. Ci sono state occasioni nelle nostre vite in cui non importa quanta volontà o quanto sforzo ci abbiamo messo, o quanto fossero favorevoli le possibilità : abbiamo provato a fare qualcosa, a intraprendere una scelta o una strada diversa, ad andare contro la corrente ma non c’é stato verso di riuscire a farlo. Oppure, al contrario, volevamo rimanere nella corrente e qualcosa ci ha inesorabilmente trascinati altrove, ignorando le nostre resistenze come se non esistessero.
Cosa sono queste occasioni? Semplici situazioni che capitano? E’ stata solo incapacità da parte nostra nel perseguire il nostro scopo?
Come spesso accade, la realtà è allo stesso tempo più semplice e più complessa di quanto realmente si crede. Le diverse visioni sono entrambe estrapolazioni di una parte del tutto.
Come abbiamo già detto, Dio, l’universo, la sorgente creativa non è un re o un presidente o un manager che delinea vite e destini in un unico “grande piano”. Il suo “grande piano” è la luce, la vita, e l’apprendimento tramite la facoltà della vita di definire la propria strada.
Mentre non siamo ancora incarnati siamo puro spirito, ed è in quel momento prima di incarnarci che definiamo la struttura di base del destino che avremo in vita. Siamo effettivamente noi a creare il nostro destino ma, al contrario di quanto si creda, non mentre siamo in vita: lo definiamo prima di incarnarci e prima di nascere. Decidiamo che vogliamo essere maschi o femmine, che nasceremo in una famiglia ricca o in una povera, decidiamo le nostre caratteristiche di base, l’ambiente in cui ci troveremo e gli ostacoli che vogliamo affrontare. In breve, mentre non siamo ancora incarnati ognuno di noi definisce il tipo di vita che vuole vivere. Questo costituisce il nostro destino, non nei minimi dettagli ma in una forma generale.
Il libero arbitrio entra in gioco una volta incarnati. Il destino che ci siamo creati non ci toglie la facoltà di scegliere, delinea semplicemente il campo di gioco e le regole che abbiamo deciso di voler seguire. In determinate occasioni il nostro libero arbitrio si può scontrare contro le barriere del destino che abbiamo deciso, ed è in questi casi che spesso incontriamo tanta fatica nel far cambiare direzione alle nostre vite. Ma non è impossibile farlo: dipende da quanta volontà ci mettiamo e da quanto volevamo invece il destino che abbiamo scelto quando eravamo puro spirito.
Il concetto di destino non deve ossessionarci mentre viviamo la nostra vita di tutti i giorni. E’ importante capire che esso è un effetto della nostra pianificazione di vita, all’interno di una evoluzione che si estende per decine e centinaia di vite. Ma non dobbiamo farci fermare da esso, bensì vivere ogni giorno come se non avessimo limiti, seguendo il nostro cuore. Il nostro cuore sa esattamente dove il nostro spirito vuole andare, quali esperienze vuole fare, cosa è importante scegliere in un’occasione e cosa invece scegliere la volta successiva.